Mostra Arte Forme Colori – Cison di Valmarino 2019

Mentre ripercorro il corridoio della sala che ci ha accolto in questi 12 giorni, fisso le pareti ora spoglie e solitarie e rivivo le immagini che mi hanno attraversato, distendendo lentamente le emozioni.

La mostra si è aperta il 4 agosto, presso le Antiche Cantine Brandolini nel borgo di Cison di Valmarino, contestualmente alla felice rassegna “Artigianato Vivo” che da 39 anni risveglia e colma le strette vie del grazioso paese stretto tra il fiume e le colline.

Arte Forme Colori - sei artisti; scultura, pittura e libere creazioni.

Sei umanità distinte, definite ma in movimento, sei modi, sei visioni, sei linguaggi, eppure un forte istintivo denominatore comune.

Una comunanza di intenti che traspare nelle opere, visceralmente legate alla natura e alla sua leggibile chiarezza, e che si materializza con armonia nello scambio reale, calmo, vero tra persone.

I nomi: Max Solinas, anima pulsante della mostra, che ci ha riunito cogliendo la natura intima di ognuno, Luca Mommarelli, Antonio Favale, Angela Cosenza (in arte Anitya), Mario Sparvoli e Ettore Bona. Artisti che vi invito a scoprire attraverso le loro pagine social, dove traspare la forza comunicativa ed evocativa delle loro opere.

L’esposizione è stata motivo di nuova ispirazione e ho realizzato con entusiasmo alcuni pezzi, nati con impeto fra le mie mani prima ancora che la mia immaginazione potesse disegnarli. Il piacere di creare è un turbinio di polvere e scaglie, sperimentazione di nuovi accostamenti e apertura verso un messaggio più ampio rispetto al mio mondo interiore. Sono nati così l’Arlecchino Morente, installazione con tecnica mista cemento-cocci di ceramica, materiale plastico, in tema di sostenibilità ambientale, e Giro di Vite, metafora di una vita soffocata e stretta dal peso della modernità. Altri pezzi sono stati un gioco, quasi fanciullesco, come Composizione lignea, un giovane cavallo assemblato in larice spazzolato e cocci di ceramica o la Pantera, in marmo nero del Belgio, dedicata ai sogni spensierati di mio figlio. La Guerriera e Protezioni Anatomiche, invece, sono un tributo alla donna e alla sua forza protettrice, soprattutto in un’epoca dove il suo valore sembra nuovamente messo in discussione.

Ma al piacere di esprimermi è seguito forse un piacere maggiore, quello di condividerlo, misurarlo, confrontarlo…gettarlo al centro e lasciare che dica ciò che vuole a chi gli passa accanto, a chi guarda o cerca, a chi si stupisce e forse si domanda.

E così devo dire grazie, innanzitutto ai compagni di viaggio in questa mostra, che fra un bicchiere di vino, una risata e mille altri piccoli gesti, hanno saputo toccare le mie corde e mostrarmi le loro intuizioni e la loro bellezza, sempre con gentilezza, ascolto e rispetto.

E, ancora, ringrazio gli amici cari e i familiari che hanno allungato o deviato la loro strada per regalarmi uno sguardo, un saluto, un commento, un’ora di vicinanza in questo percorso continuo che l’arte mi concede.